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MONDO

L'intervista al Financial Times

Gentiloni: "Impegno reale dell'Iran per accordo sul nucleare"

"L'Italia  spera che le differenze tra Iran e Stati Uniti, soprattutto sulle sanzioni, possano essere superate", dichiara il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni

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L'Italia registra con soddisfazione il "reale impegno" di Teheran per raggiungere un accordo sul dossiere nucleare iraniano e spera che le differenze con gli Stati Uniti, soprattutto sulle sanzioni, possano essere superate. Lo spiega il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intervista al Financial Times, aggiungendo che "con la cancellazione o la riduzione delle sanzioni contro l'Iran i nostri affari - ma anche quelli tedeschi e britannici - correranno alla velocità più alta possibile".


L'Iran è un importante partner commericale per il nostro Paese. Sull'intesa sul nucleare, è chiara l'avversione del presidente israeliano Benjamin Netanyahu:  "Questo accordo che si profila - ha dichiarato - conferma tutti i nostri timori e va anche oltre".

Le minacce sul fronte sud 
Il ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni - nel corso dell'intervista - ha avvertito l'Unione europea che le sfide che arrivano dal suo fianco sud non sono inferiori a quello poste dal conflitto ucraino a nord-est. "Siamo un po' troppo preoccupati da ciò che accade ai confini nord-orientali a causa della comprensibile forte narrativa del ventesimo secolo", ha osservato il titolare della Farnesina.
"In effetti se pensiamo alle migrazioni, al terrorismo, ai conflitti religiosi, alla povertà e ai rischi per le nostre società, non direi che ciò che accade alle nostre frontiere meridionali sia meno importante ma certamente non lo è meno", ha affermato Gentiloni.
    "L'area che va dal Mali al Pakistan", ha insistito Gentiloni, "è davvero una sfida per l'Europa e deve avere lo stesso livello di priorita'".
Sul conflitto libico, Gentiloni non ha voluto entrare nel merito delle dimensioni che dovrebbe avere un'eventuale forza di pace. "Non puoi mandare mille caschi blu e dire che stai mantenendo la pace", ha osservato, "ma non puoi neppure occupare la Libia con 100.000 soldati stranieri, anche se hai una bandiera dell'Onu".