Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Juncker-risponde-a-chi-critica-UE-La-colpa-va-data-agli-Stati-membri-non-alla-Commissione-Serbia-Macedonia-e-Italia-chiedono-nuove-iniziative-per-immigrazione-0d6e78d3-7b5a-46f0-9c41-e97e1d9b4b7e.html | rainews/live/ | true
MONDO

Serbia, Macedonia, Italia, Unhcr e Caritas chiedono nuova Agenda su immigrazione

Juncker risponde a chi critica l'UE: "La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione"

La Macedonia attacca le politiche europee per soluzione crisi migranti:  "Se non abbiamo una risposta europea alla crisi ... nessuno può illudersi che questa venga risolta", la Serbia chiede un "piano d'azione" Ue e l'Italia  "porrà di nuovo il problema a Bruxelles". Jean Claude Juncker risponde così alle numerose critiche che in queste ore stanno piovendo sull’Unione europea: "sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione.La Commissione ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio". 

Condividi
Bruxelles
Il Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker sull'emergenza dell'immigrazione risponde alle numerose critiche che in queste ore stanno piovendo sull’Unione europea: "La Commissione ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni ministri di Stati membri ci criticano per una nostra inattività. Ma sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione".

I ministri degli Esteri di Serbia e Macedonia, infatti, hanno chiesto un'iniziativa dell'Unione europea per risolvere la crisi dei migranti al vertice dei leader del Balcani occidentali a cui partecipa la cancelliera tedesca Angela Merkel. "Se non abbiamo una risposta europea alla crisi ... nessuno può illudersi che questa venga risolta" ha detto il macedone Nikola Poposki, mentre il collega serbo Ivica Dacic ha chiesto un "piano d'azione" Ue. Entrambi i paesi sono diventati luoghi di transito per decine di migliaia di migranti che tentano di raggiungere la Ue.

Tra chi sta chiedendo una modifica delle strategie dell’Europa sulla questione dei migranti c’è anche l’Italia. Domenico Manzione, sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione ha dichiarato in un’intervista al quotidiano l’Unità che "nelle prossime settimane il governo italiano porrà di nuovo il problema a Bruxelles: l'occasione sarà la discussione all'Europarlamento del piano Juncker che deve essere approvato. Inoltre a dicembre andranno ridiscusse le quote" e "l'auspicio è che ci sia una maggiore partecipazione soprattutto dei Paesi dell'Est, finora poco collaborativi. Anche perché, come si vede in questi giorni, quando il Mediterraneo comincia  a farsi ancora più rischioso, riprende vigore la via dei Balcani".

Anche l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati ha criticato il sistema di asilo che vige nell'Unione Europea, António Guterres lo ha definito "completamente inadeguato" sottolineando che l'Europa dovrebbe proteggere i profughi dai trafficanti di esserei umani e "creare un sistema che funzioni in modo ordinato e permetta di richiedere asilo in modo legale".

Le Caritas dell'Est Europa, con il sostegno di tutta la rete europea, si sono attivate per cercare di portare aiuti a questa marea umana priva di tutto e attacca "l'Agenda
europea sull'immigrazione, presentata dalla Commissione europea lo scorso 12 maggio, anche se contiene novità nella gestione del fenomeno migratorio, è lontana dal proporre soluzioni efficaci e condivisibili". La Caritas auspica infine il superamento del Regolamento di Dublino, come ha appena annunciato la Germania, per garantire una corretta gestione dei flussi migratori.



Intanto si è aperto questa mattina a Vienna il vertice sui Balcani, un appuntamento il cui ordine del giorno è stato stravolto dalla crisi dei migranti. Questa regione europea infatti è improvvisamente divenuta uno snodo cruciale del passaggio dei flussi in provenienza dal Medioriente e dall'Asia e diretti in Europa. La cosiddetta "rotta dei Balcani occidentali", scelta da migliaia di migranti, ha imposto al vertice priorità diverse da quelle stabilite in precedenza. In autobus, a piedi o in treno, migliaia di siriani, iracheni e afgani, ma anche albanesi, kosovari o macedoni in cerca di un futuro migliore, stanno attraversando l'Europa orientale, innescando una serie di gravi tensioni con le autorità locali. La Serbia per bocca del premier Aleksandar Vucic ha criticato la decisione dell'Ungheria di innalzare un muro lungo i confini e ha aggiunto "Noi non innalzeremo mai barriere o muri".