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MONDO

Vertice diplomatico a Parigi

Israele: no al cessate il fuoco con Hamas, sì a 12 ore di tregua dalle 7 di oggi

No al cessate il fuoco umanitario, i combattimenti si fermano solo per 12 ore. Il gabinetto Netanyahu respinge il piano Kerry. La diplomazia si sposta a Parigi: al tavolo sarà presente anche il ministro Mogherini.

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Il gabinetto di sicurezza Netanyahu ha respinto all'unanimità la tregua con Hamas sul fronte di Gaza. L'unico sì riguarda la pausa nei combattimenti per 12 ore a partire dalle 7 di questa mattina. Una minitregua nel giorno di shabbat cui ha dato il suo assenso anche Hamas. Lo riferisce una fonte americana senza che ci siano conferme ufficiali da Israele. Secondo il quotidiano Haaretz in ambienti vicini al governo israeliano la proposta di Kerry era "inaccettabile perchè metteva in risalto i vantaggi che Hamas sta cercando più che dare priorità alle domande di sicurezza del Paese".

I punti di contrasto
Si continua a lavorare. Il cessate il fuoco di 12 ore è un primissimo passo. La TV di stato israeliana spiega che il governo non vuole lasciare la Striscia per continuare a distruggere il reticolo di tunnel. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha rifiutato la proposta di cessate il fuoco a Gaza perchè vuole alcune modifiche al piano. Sono 18 giorni che il segretario di Stato americano John Kerry spinge per una tregua tra Hamas e Israele. Ad oggi non sono stati rivelati del tutto i contenuti della proposta ma le linee guida sarebbero queste: settimana di stop ai combattimenti, che comincerebbe nel fine settimana - in coincidenza con la festa dell'Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan - il mese del digiuno. 

Cosa prevedeva il piano Kerry
Le proposte avanzate dal segretario di Stato americano prevedevano come primo passo una tregua umanitaria temporanea, da oggi, o al massimo da domenica, della durata di una settimana. Durante questo lasso di tempo, le parti, grazie alla mediazione internazionale, avrebbero iniziato a negoziare. Tra i punti più contrastati da entrambi quello della presenza militare israeliana a Gaza. 

Kerry: insistiamo per cessate il fuoco di 7 giorni
"Condanniamo questa violenza, sette giorni di cessate il fuoco possono calmare la situazione e aiutare il negoziato, noi insisteremo e su questo c'è l'impegno del presidente Obama". Così il segretario di Stato americano John Kerry interviene dal Cairo sulla situazione israelo palestinese, dopo il rifiuto da parte del governo di Benjamin Netanyahu della tregua proposta con Hamas sul fronte di Gaza. In una conferenza stampa congiunta con Kerry, anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon insiste: "Chiediamo un cessate il fuoco umanitario, per dare ad entrambe le parti la possibilità di fermare la violenza". La tv di stato israeliana rivela che Netanyahu è intenzionato a restare per distruggere i tunnel costruiti proprio da Hamas. 

Oggi Kerry a Parigi
Il lavoro diplomatico di Kerry, Ban e dell'Egitto - insieme al ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu, volato in Qatar dove vive il leader di Hamas Khaled Meeshal con lo scopo di favorire la tregua - non si ferma. Oggi è previsto un vertice a Parigi al quale, oltre al segretario di Stato americano, parteciperanno il ministro degli Esteri Federica Mogherini, il capo della diplomazia francese Laurent Fabius e il tedesco Frank-Walter Steinmeier, il britannico Philip Hammond, Davutoglu e i mediatori del Qatar.

Ieri 5 morti in Cisgiordania
Intanto si è aperto anche il fronte Cisgiordania, con 5 morti nella giornata di oggi. Secondo le forze di sicurezza locali tre sono stati uccisi dalle raffiche dell'esercito dello Stato Ebraico a Beit Ummar, un villaggio poco lontano da Hebron: stavano partecipando ad un corteo di protesta contro il conflitto nella Striscia di Gaza. Altri disordini sono avvenuti a Hawara, dove era scoppiata una protesta dopo la preghiera del mezzogiorno: alcuni manifestanti palestinesi hanno preso a sassate un'auto con a bordo alcuni coloni. La radio dell'esercito ha detto che una donna ha sparato dal finestrino, uccidendo un 18enne. A quel punto i militari hanno caricato i manifestanti, lanciando lacrimogeni e lanciando proiettili ad altezza uomo: uno di quei proiettili ha ucciso un 22enne e ferito gravemente tre dei suoi compagni. Secondo il sindaco della cittadina, invece, a sparare sarebbe stato un motociclsta e non una donna a bordo dell'auto. L'esercito di Tel Aviv ha fatto sapere che avvierà indagini mentre gli scontri, dopo la notizia delle morti, si sono intensificati.